Gli anni più belli della nostra giovinezza
Stiamo parlando della seconda parte degli anni 70, e della prima parte degli anni 80.
Il pensiero degli anni trascorsi in Oratorio è, per molti di noi, un ricordo bellissimo.
Si usciva dalla Scuola (chi andava alla Scuola Elementare Lambruschini, chi invece alla Scuola Media Pavoni); il tempo di andare a casa a mangiare; per alcuni “anche” i compiti (che noia), ma il pensiero era per tutti l’orario di apertura dell’oratorio, le 15.30. Stare insieme, fare gruppo, amicizia e giocare per tutto il pomeriggio: questo ci interessava. Ci si ritrovava fuori dalla porta d’ingresso, in attesa che qualcuno aprisse.
Il nostro oratorio è stato un posto, come si direbbe oggi, di grande inclusione: al di la della provenienza c’era sempre posto per tutti, e tutti erano accolti per quello che erano. Che fosse lo sport, le attività di volontariato, il gruppo chierichetti, il coro… o anche solo lo stare in oratorio e basta. Per noi ragazzi il tempo in cortile, sul campo da calcio o alle porticine era un tempo lungo, la scuola finiva alla una e al pomeriggio non c’erano tutti gli impegni che hanno i ragazzi di oggi. Si scendeva in oratorio e c’era sempre qualcuno per giocare o anche per cazzeggiare, sulle panchine, fino all’ora di chiusura. 
Per i fedelissimi fare tardi all’appuntamento voleva dire non essere i primi a giocare le mitiche partite alle porticine, (i campi di basket che si trovavano nella parte alta dell’Oratorio). Si, perchè negli anni d’oro ci si sfidava, e chi vinceva rimaneva dentro. Ogni pomeriggio c’erano 3-4 squadre in attesa di sfidare i vincitori. Sfide incredibili, queste partite di calcio 4 contro 4. Eravamo un clan di abituè: alcuni personaggi sono stati l’essenza stessa del “giocare alle porticine”: Membrini e Papeta tra tutti. Più grandi di noi, erano fedelissimi all’appuntamento, e giocavano con una voglia di vincere che non permetteva sconti. Quando capitavano in squadra insieme, era davvero dura. 
Squadre consolidate (sempre i soliti) formavano avversari molto battaglieri. Ma attenzione alle entrate e ai falli di Papeta, un vero killer d’area di rigore.
Ci divertivamo davvero tanto, e tornavamo a casa la sera, dopo 3-4 ore di oratorio, completamente distrutti. Eravamo tanti (per dare un’idea nel 1978 le comunioni erano 105, le cresime 85) e pieni di gioia di vivere.
L’oratorio non era solo questo, certo. Era l’amicizia tra noi, scherzare e prenderci in giro, affibbiare soprannomi un po’ a tutti (Bobo, Momo, Gepi, Zio, Napolino, Michetta, Rosso, Cicabum, Chopper, Collovati, Peo, eccetera). Qualcuno veniva preso di mira (ne sa qualcosa Membrini), ma per la maggior parte era un "rito", un prendersi in giro reciproco, un modo di stare insieme, conoscersi, per poi diventare amici.
La Domenica pomeriggio l’appuntamento era al Cinema Parrocchiale, con quei film western che ci lasciavano senza parole. E durante l’intervallo al bar parrocchiale, dove comprare i dolcetti con la mancia ricevuta a casa.
C’erano rappresentate le più diverse classi sociali ma dentro l’oratorio eravamo tutti uguali. Tante amicizie sono nate lì, e anche qualche “cotta” (le prime). 
Si respirava un’aria di vivacità incredibile, di cui abbiamo tutti nostalgia.
Giocare bene a calcio era un’ottimo modo di inserirsi. Le squadre dell’Oratorio erano guidate da personaggi anche qui “mitici”: Papino e Aurelio Morri tra tutti, oltre a Gilberto Franchini. Nel 1982 Gli Allievi Arcobaleno vincono il Campionato Provinciale 1981-82

Per poter parlare di cose serie, ed entrare un po’ più in profondità tra noi, il gruppo adolescenti e il gruppo giovani erano il posto ideale. Riunioni e incontri di preghiera erano la “costrizione” buona, che ci chiedeva di fermarci un attimo dalla nostra foga e vitalità irrefrenabile per riflettere. Anche questo creava “confidenza” tra noi. E poi la raccolta dei medicinali, della carta, il Teatro, gli Spettacoli, le Feste.
Un’altro ricordo bellissimo sono state le vacanze comunitarie, in particolare a Maggio (in Valsassina) e a Susà di Pergine. Dormire nelle camerate, mangiare e giocare insieme, fare a turno per le pulizie e il lavaggio dei piatti,… beh, in questo stare insieme si sprigionava tutta l'energia che avevamo dentro. Quanto ci siamo divertiti nel fare le scenette più assurde, preparate con cura, come il mitico “telegiornale” o il "Gazzettino della ValSugana".