Oratorio Estivo 2024: Via Vai! Scarica la foto di gruppo in HR: FOTO DI GRUPPO In un tempo iperconnesso, in una società basata sulla performance e la visibilità, sommersi da informazioni, notizie, scoop e guru della felicità, del benessere e della ricchezza, è facile sentirsi spaesati, inadeguati e trascinati da correnti che tirano verso ogni direzione. Chi deve ancora incamminarsi ha difficoltà a scegliere quale strada prendere e chi è già per strada rischia di perdersi. Senza una segnaletica chiara, è facile lasciarsi andare e farsi trasportare, oppure bloccarsi e non saper più fare un passo. La vita cristiana è guidata da una persona, un uomo che ha indicato, tracciato e vissuto una strada precisa. Una vita dinamica, in cammino verso una meta che – però – non va rincorsa o raggiunta in fretta. Gesù, durante la sua salita a Gerusalemme, fa delle deviazioni, incontra le persone e fa esperienza di una itineranza costitutiva dell’essere umano. Dio stesso è in cammino e ci indica il sentiero della vita. «Mi indicherai il sentiero della vita» non è una richiesta, una speranza, ma è una certezza per il credente che trova una guida, una bussola e un compagno di viaggio, un Dio che è «la via, la verità e la vita» (Gv 14,6). «La metafora del cammino costituisce da sempre uno dei paradigmi per descrivere l’esistenza umana». Solo l’esperienza dell’itineranza consente all’uomo di essere, divenire e rimanere veramente tale, poiché gli permette di maturare una profonda conoscenza di sé. In questo Oratorio estivo 2024 il tema centrale sarà però il pellegrinaggio, che non è solo un camminare, ma nasconde un significato profondo. Il pellegrinaggio suppone un cammino, ma non viceversa; un pellegrinaggio ha una meta, che dà senso al cammino e lo orienta, ma è una direzionalità che rimane sempre aperta all’imprevedibile, agli incontri, alle deviazioni. Cercando la definizione di pellegrinaggio sul dizionario troviamo: «Pratica devota consistente nel recarsi collettivamente o individualmente a un luogo sacro per compiere speciali atti di devozione, spec. a scopo votivo o penitenziale» (Treccani). Questo ci fa capire come il pellegrinaggio, oltre a essere un particolare modo di mettersi in cammino, predispone a uno stato d’animo, un desiderio di incontro con Dio. Non è però ovvio né scontato dove Egli si incontri. Nel suo peregrinare, Gesù va incontro alla gente e non ha premura di arrivare: non è qualificante il luogo, ma l’incontro e la relazione; è la dinamica di un cammino faticoso, che incontra delle resistenze e che fa paura, ma che proprio per questo è autentico. Un pellegrinaggio orientato, sì, ma non per questo pre-definito. Non è solo mettere un passo davanti all’altro: «il pellegrinaggio ci insegna ad abitare quella terra di mezzo sottesa tra realtà e identità, tra corpo e anima, tra materia e pensiero. Il pellegrinaggio permette di collegare e di far vivere la dimensione più terrena e umana insieme a quella spirituale». Se dovessimo dirlo con altre parole, peregrinare è “camminare con i piedi saldi a terra ma con il cuore verso il cielo”. Il pellegrinaggio è quindi in grado di mettere in connessione la parte più corporea dell’uomo con quella spirituale. Guardando tra le pieghe di questa esperienza itinerante possiamo cogliere ciò che caratterizza l’essere umano: i sensi, i limiti, il corpo, i tempi, le emozioni… Tutte dinamiche vissute a pieno anche da Gesù, riconoscibili nei Vangeli. Infatti, «il pellegrinaggio e il cammino rappresentano la chiave di lettura privilegiata anche per comprendere meglio l’identità di Gesù ovvero dell’uomo-Dio». Per riassumere, il pellegrinaggio è un “luogo” fertile per coltivare e custodire la propria interiorità. Se il viaggio fisico del pellegrino è orientato da una meta, la via interiore è guidata da una domanda: Chi non si interroga e non sa porsi le giuste domande è destinato a rimanere tutta la vita in superficie. Del resto l’uomo è sempre enigma poiché è anzitutto domanda a se stesso; per questo il cammino interiore non si può mai considerare concluso e per questo è sempre contraddistinto dal continuo tendere e mai al definitivo approdo. Partire in pellegrinaggio significa avere una domanda, ma anche, più radicalmente, riconoscere di essere domanda.